Un ascesso anale o rettale è un’infezione che scaturisce da un processo infiammatorio, che si caratterizza per la presenza di gonfiore e pus.
Si tratta di un’evenienza molto fastidiosa, che causa dolore, senso di fatica, secrezioni dalla lesione e, addirittura, febbre.
Non di rado, quando trascurati e/o non curati nel modo opportuno, gli ascessi anali possono rompersi e provocare delle lesioni chiamate fistole.
Nei casi più estremi e/o se il dolore è insopportabile e l’ascesso non guarisce, può essere necessario intervenire chirurgicamente.
Pur non trattandosi, lo specifichiamo subito, di una malattia grave, essa rischia di compromettere seriamente la qualità della vita, rendendo difficoltose anche le azioni quotidiane più semplici ed usuali.
Cause dell’ascesso anale
Un ascesso anale può scaturire dall’infiammazione di una ghiandola, da un’infezione trasmessa per via sessuale oppure dall’infiammazione di una ragade.
Ci sono poi altri fattori di rischio che predispongono a tale disturbo, ovvero:
- il Morbo di Crohn o la colite ulcerosa, malattie croniche dell’intestino che comportano una sintomatologia varia e che inducono il corpo ad attaccare i tessuti sani
- la presenza di HIV oppure AIDS, che indeboliscono il sistema immunitario rendendolo meno capace di proteggere l’organismo
- diabete
- il sesso anale, specie se frequente, sia negli uomini che nelle donne
- l’uso di determinate sostanze come il prednisone oppure altri steroidi
- la chemioterapia, in corso oppure recente
- la stitichezza
- la diarrea
Quando nei bambini sono presenti ragadi anali, è più probabile che da adulti possano svilupparsi degli ascessi.
Sintomi dell’ascesso anale
Come abbiamo detto, l’ascesso anale dà sintomi piuttosto evidenti e facilmente riconoscibili.
Innanzitutto l’area intorno all’ascesso provoca un dolore lancinante e continuo.
In genere c’è gonfiore e il dolore aumenta durante i movimenti intestinali.
La presenza di un ascesso anale, oltre a tale sintomo caratterizzante, può comportare anche:
- stitichezza
- presenza di sangue e/o secrezioni
- gonfiore della zona anale
- senso di fatica
- spesso presenza di un nodulo palpabile, doloroso al tatto
- febbre (dovuta all’infezione)
- difficoltà ad urinare
Se l’ascesso si localizza in una zona più interna, evenienza più probabile nei soggetti affetti da patologie intestinali, possono esserci dolore e/o disagio addominale.
Diagnosi
Come abbiamo detto, l’ascesso anale provoca sintomi che in genere il soggetto non può ignorare e che facilmente si riconoscono.
La diagnosi medica è piuttosto semplice ed avviene attraverso l’esame fisico volto a constatare la presenza di un nodulo con specifiche caratteristiche.
Ovviamente il medico controlla anche la concomitante presenza di dolore e gonfiore nella zona anale.
Non sempre l’ascesso anale è immediatamente visibile.
In tal caso il medico, per arrivare ad esso, usa uno strumento specifico chiamato endoscopio e se neanche quest’ultimo dovesse riuscire a identificarlo, si passa all’ecografia o alla risonanza magnetica.
Il curante potrebbe anche prescrivere ulteriori accertamenti, volti innanzitutto ad assicurarsi che non ci sia un preesistente Morbo di Crohn, come le analisi del sangue, la colonscopia e l’imaging.
A questo punto sarà possibile avere sotto gli occhi un quadro preciso della situazione.
Trattamento e cura dell’ascesso anale
Raramente l’ascesso anale guarisce da solo, senza un opportuno trattamento.
Quasi sempre è necessario intervenire.
Il più semplice è di tipo ambulatoriale e consiste nel drenare il pus dall’area infetta.
Per evitare eccessivo dolore al paziente, il medico usa un anestetico sulla parte interessata prima di agire.
Se trascurati, gli ascessi anali possono evolvere in fistole, delle piaghette simili a veri e propri tagli, molto dolorose, che potrebbero a loro volta richiedere un intervento chirurgico ancora più marcato.
Si tratta di un’evenienza piuttosto frequente nelle persone soggette alla formazione di ascessi anali.
Quando l’ascesso è di notevoli dimensioni, l’operazione chirurgica potrebbe rendersi indispensabile.
L’intervento non è mai complicato e, in genere, si risolve in un giorno di ospedale.
Gli ascessi, una volta drenati, vengono di solito lasciati aperti e non si utilizzano punti di sutura.
Se l’interessato soffre di diabete o, per qualche motivo, ha il sistema immunitario indebolito, il medico può ritenere opportuno qualche giorno di osservazione in più in ospedale.
Il controllo serve a monitorale l’eventuale presenza di infezioni e a trattarle in modo adeguato nel caso si verifichino.
Se lo ritiene opportuno, il medico può prescrivere l’assunzione di antibiotici per qualche giorno.
Prevenzione dell’ascesso anale
È possibile prevenire la formazione di ascessi anali?
In realtà da questo punto di vista non si può fare moltissimo, tuttavia ci sono alcune sane abitudini che certamente allontanano il pericolo di soffrirne.
Tra queste segnaliamo:
– proteggersi da malattie sessualmente trasmissibili evitando la promiscuità e, nel caso, usando il preservativo. Se si contrae una patologia, bisogna agire tempestivamente e quindi rivolgersi al medico il prima possibile
– il sesso anale, lo abbiamo detto, può favorire l’insorgenza di ascessi. Praticarlo con moderazione è quindi una buona norma e senza dimenticare una igiene scrupolosa e il preservativo
– curare l’igiene quotidiana della zona anale