Osteopatia: cos’è
Con il termine osteopatia (anche detta medicina osteopatica) si intende una pratica terapeutica sviluppata nel 1892, dal dott. Andrew Taylor Still, fondatore della American School of Osteopathy.
Si tratta di una disciplina a carattere terapeutico (e quindi avente come finalità il miglioramento dello stato di salute di una persona) che si basa su un approccio di tipo olistico.
Essa, quindi, intende prendere in considerazione l’intero sistema del corpo umano cercando di evitare un’eccessiva focalizzazione su un singolo aspetto.
Tipico della pratica osteopatica è l’attenzione alla persona piuttosto che alla patologia: il paziente è dunque trattato nell’insieme del suo sistema, comprensivo di ogni sua parte fisica e psichica.
Alla base della osteopatia c’è la manipolazione manuale dell’osteopata, che si dovrà basare solo sul contatto manuale per tutto il percorso terapeutico, dalla valutazione, alla diagnosi fino al trattamento.
Osteopata, fisioterapista e fisiatra: differenze
L’osteopatia viene spesso confusa con la fisioterapia e la fisiatria: si tratta tuttavia di tre realtà estremamente diverse e che si basano su approcci completamente differenti.
- L’osteopatia: l’osteopata lavora solo ed esclusivamente con le proprie mani, che vengono utilizzate anche come strumento diagnostico.
- Fisioterapia: ha un approccio più clinico e meno olistico. Spesso la fisioterapia è raccomandata a seguito di un trauma o di un intervento chirurgico al fine di curare la sintomatologia locale. Utilizza, oltre alla manipolazione e ai massaggi, anche strumenti elettromedicali, come ad esempio nei casi di laserterapia, ultrasuoni, tecarterapia, onde d’urto.
- Fisiatria: è esercitata da un medico abilitato e certificato che ha completato la scuola medica e un tirocinio. Il fisiatra potrà quindi anche prescrivere dei farmaci o delle terapie, ha il compito di progettare il piano terapeutico, sulla base dell’indagine diagnostica e sui risultati degli esami, e ne sovrintende l’esecuzione e l’efficacia.
Dopo quante sedute di osteopatia si vedono i risultati
È necessario premettere che non è assolutamente possibile dare una risposta unica a questa domanda.
Questo perché non solo ogni patologia ha diverse caratteristiche che le sono proprie, ma anche perché ogni singolo paziente porta con sé una storia clinica complessa ed unica che influenzerà molto su percorso osteopatico che andrà ad intraprendere.
Proprio per la peculiarità dell’approccio della pratica osteopatica non è possibile prevedere come il corpo del paziente andrà a rispondere agli stimoli, né valutare con facilità l’efficacia degli stessi a priori.
Sono moltissimi i fattori che influiscono sul numero di sedute necessarie per la risoluzione di una problematica, non da ultima la predisposizione mentale del paziente nei confronti della terapia.
Per questo motivo, a seguito della prima seduta valutativa, l’osteopata potrà indicare un numero di sedute che egli potrà ritenere essere coerente, ma questa sarà una stima puramente indicativa.
Anche la frequenza delle sedute potrà influire molto sull’efficacia della terapia: si consiglia di mantenere una cadenza costante fino alla risoluzione della problematica.
Statisticamente si è notato che, tendenzialmente, con tre sedute il paziente percepisce dei miglioramenti. Si tratta comunque di una stima puramente statistica.