L’analisi di campioni di tessuto mediante l‘uso di un microscopio viene definito come Esame Istologico.
Che differenza passa tra una biopsia ed un esame istologico?
La diagnosi di alcune malattie si basa sui risultati dell’ esame istologico.
Questo può essere fatto attraverso una biopsia del tessuto.
La biopsia per essere svolta correttamente dovrebbe essere svolta partendo dall’organo più accessibile: la pelle se coinvolta.
Nel caso di coinvolgimento dello scheletro, deve essere scelta la lesione ossea più facilmente accessibile per effettuare la biopsia.
I pazienti senza diagnosi istologica confermata devono essere monitorati almeno per i successivi 6 mesi, al fine di ri-considerare la necessità di un eventuale biopsia e la sua giustificazione (ad esempio per escludere la neoplasia).
Un’altra possibile, ma rara situazione è quella che si verifica quando insorge il Diabete insipido e / o una compromissione neurologica che preveda una lesione piccola e non facilmente accessibile sulla radiografia della testa o della colonna vertebrale.
La diagnosi differenziale per la linfoadenopatia è complessa e spesso richiede diagnosi maggiormente accurate successive.
La biopsia viene eseguita quando le radiografie risultano insufficienti a comprendere una specifica malattia, per cui si ricorre all‘ispezione più accurata appunto quella che prevede una biopsia sui tessuti.
Storia dell‘esame istologico
L‘inizio della storia è da far risalire al lontano 1838, quando Johannes Miiller pubblicò il suo libro, „La natura e le caratteristiche strutturali del cancro“.
Iil primo libro sull’istopatologia che trattava accuratamente il tema.
Questa è però storia moderna mentre se si va ad osservare il progresso scientifico occorre partire dal primo microscopio che era stato costruito prima nel 1591 ma che (al contempo) manifestava gravi problemi ottici.
1. Nel 1673, Anton van Leeuwenhoek iniziò lo sviluppo di semplici microscopi con obiettivi singoli e questo permise un ingrandimento e una risoluzione migliori rispetto al passato.
2. Il primo microtomo (ovvero microscopio per l‘analisi di malattie specifiche) adatto per sezionare i tessuti animali fu costruito nel 1848, con i famosi microtomi Cambridge Rocker (1885), Minot (1886) e a slitta (1910) prodotti successivamente.
3. La cera di paraffina per infiltrazione fu introdotta durante la metà del 1800.
4. Diversi prodotti chimici di laboratorio sono stati studiati per l’uso come fissativi.
La formalina, ampiamente impiegata oggi, fu impiegata per la prima volta nel 1893.
5. I trasformatori automatici di tessuti hanno sostituito le lavorazioni manuali a partire dal 1945 e i criostati sono stati fabbricati per la prima volta nel 1951.
6. L’istochimica, la microscopia elettronica e la microscopia polarizzante sono diventati strumenti diagnostici negli ultimi 50 anni.
7. L’uso diffuso di immunoistochimica iniziato negli anni ’80 ha rivoluzionato la diagnosi del cancro ed è ancora in fase di sviluppo.
La richiesta di Esame Istologico
• Quando avviene tale richiesta?
• Perché il medico richiede tale test?
Il dottore generalmente avanza tale richiesta dopo aver effettuato una visita specialistica o dopo delle indagini diagnostiche pregresse.
La richiesta viene fatta per poter procedere nell’individuazione della malattia che grava sul paziente.
Per comprendere e scegliere avendo più informazioni possibili e il trattamento medico da adottare.
È possibile che il medico richieda un esame istologico in tali circostanze.
Se una persona si è appena sottoposta ad un intervento chirurgico di qualsivoglia tipologia, non deve allarmarsi alla richiesta del medico di effettuare un esame istologico sul materiale eventualmente asportato.
Su di esso infatti è prassi eseguire tale esame e occorre a scongiurare complicazioni post-operatorie.
Un esame di questo genere può comunque essere richiesto anche in altre situazioni, tra le quali figurano:
– Casi in cui sono state identificate masse o noduli sospetti
– Qualora si sia effettuato o subito di recente un aborto
In questo secondo caso l’esame istologico viene svolto sul feto e può rappresentare un valido aiuto nell’identificare le cause fisiologiche che hanno portato all’interruzione della gravidanza (aborto spontaneo).
Nel primo caso, invece, l‘esame occorre ad escludere la presenza di specifiche patologie.
Definizione di referto istologico
Nel rapporto che viene redatto successivamente ad un esame istologico non mancheranno alcuni elementi fondamentali quali:
- Un elenco dei tessuti e, in generale, dei materiali sui quali si è richiesta l’analisi
- Una descrizione macroscopica dei materiali, che viene svolta a occhio nudo dall’anatomo-patologo incaricato
- Dettagli che emergono successivamente all’osservazione al microscopio
- Ipotesi di diagnosi
Occorre però soffermarsi sull‘ultimo punto visto che lo specialista che effettua l’esame istologico può unicamente limitarsi a suggerire una diagnosi.
Specie se le evidenze emerse dall’analisi al microscopio di tessuti e materiali biologici non evidenziano dubbi sulla direttiva diagnostica da seguire.
Tale indicazione, comunque, dovrà sempre venir confermata dal medico o dal team che ha fatto richiesta di esame istologico.
L’unica competenza che può suggerire successivamente trattamenti e soluzioni mediche.
L’esame istologico quando sussiste un tumore
Tale esame permette di ottenere parametri essenziali per accertare la presenza di un tumore.
Aiuta anche ad identificarlo secondo la tipologia e stadio ad esempio, per cui dopo è possibile stabilire un percorso di cura.