Con il termine metatarso si indica una il sistema di cinque ossa lunghe e parallele che si trovano nel piede e che, insieme alle falangi, vanno a comporre la metà distale del piede.
Hanno la fondamentale funzione di garantire l’equilibrio e la stabilità dell’organismo sia nella posizione eretta statica che nel movimento.
La frattura del metatarso è la più comune forma di frattura ossea del piede.
Cause della frattura al metatarso
Le cause più comuni di frattura al metatarso si riferiscono ad episodi di natura traumatica o distorsiva.
Spesso questa frattura avviene durante la pratica di sport di contatto (come il calcio o le arti marziali) a seguito del calpestamento del piede; per questo motivo sono proprio gli atleti i soggetti più a rischio.
Anche una torsione del piede o della caviglia può comportare una frattura a uno dei metatarsi, così come anche una brutta caduta. In questi casi è probabile riscontrare una frattura da avulsione, caratterizzata dallo strappo di una porzione di osso da un tendine o da un legamento
Il peso corporeo è uno degli elementi che possono maggiormente influire sulle probabilità di frattura del metatarso.
Anche particolari patologie che impattano sulla salute del sistema scheletrico possono aumentare i rischi di frattura, ad esempio l’artrite reumatoide, il diabete o l’osteoporosi.
La frattura al metatarso è inoltre particolarmente comune nei pazienti pediatrici, arrivando a ricoprire il 60% di tutte le fratture del piede pediatrico.
Sintomi e indagini diagnostiche:
la frattura al metatarso si accompagna da:
- Dolore acuto
- Gonfiore
- Rigidità
- Ematomi e tumefazione
- Difficoltà a caricare il peso sul piede colpito.
Gli esami diagnostici preferiti per la valutazione di una frattura al metatarso sono la radiografia, TAC e la risonanza magnetica.
Tramite la lettura dei referti il medico, ed eventualmente anche il chirurgo, potranno meglio individuare l’iter di trattamento che potrà differire a seconda di quale osso metatarsale è stato interessato nella frattura e dalla gravità della stessa.
Potrebbe essere sufficiente l’applicazione di ghiaccio e il riposo come potrebbe rendersi necessario un intervento chirurgico.
Guidare dopo frattura metatarso
La ripresa alle normali attività quotidiane, come ad esempio quella della guida, dipende moltissimo dalla gravità della frattura al metatarso e dalla collocazione della stessa.
Se per fratture di lieve entità (come le microfratture) non vi sono particolari indicazioni contro la ripresa alla guida, purché sia osservato dal paziente un periodo di riposo del piede di 3-5 giorni, ben diversa può essere la situazione di un paziente che è stato ingessato o che ha subito un intervento.
In questi casi, infatti, è preferibile osservare un periodo di riposo più lungo a seguito della rimozione del gesso sull’arto.
È probabile e possibile, inoltre, che l’ortopedico prescriva un trattamento di fisioterapia volto al ripristino motorio completo.
La pazienza è di fondamentale importanza per il recupero totale della mobilità e per evitare strascichi o dolori persistenti del piede, si consiglia quindi sempre di attendere il via libera del medico curante prima di riprendere un’attività che comporta una grande sollecitazione del sistema piede-caviglia come quella della guida.