Quando si parla di meniscopatia prima di tutto è il caso di osservare la sua epidemiologia.
Ciò che emerge da essa è un dato rilevante che colloca tale patologia con un’ incidenza annuale media di nuove lesioni meniscali attorno a 9,0 casi su 10.000 uomini e 4,2 nelle donne.
Questo ciò che emerge da uno studio danese effettuato.
Il 23% dei maschi e il 36% delle donne con patologia meniscale non hanno riportato alcuna storia di trauma.
È probabile che queste cifre siano inferiori ai valori effettivi, a causa della sotto-segnalazione delle lesioni meniscali subcliniche e della risoluzione spontanea dei sintomi che impedisce la ricerca di cure mediche.
L’età media per lo sviluppo dei problemi legati al menisco in un rapporto del 1968 di Smillie era di 43 anni.
Le lesioni tendevano a essere lacerazioni orizzontali che si verificano in fibrocartilagine anormale, più frequentemente quella del corno posteriore del menisco mediale.
Una revisione di 3.000 meniscectomie ha confermato che il 50% erano degenerative.
Il 38% dei pazienti con lesioni meniscali orizzontali non presenta una storia di trauma, rispetto al solo 19% dei pazienti aventi lesioni di tipo verticale.
Le cisti meniscali si presentano due volte più frequentemente nell‘area mediale rispetto a quella laterale.
Tuttavia, la degenerazione microscopica è stata notata da esami, con uguale frequenza in entrambi i menischi.
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Microscopio e degenerazione meniscale
Quando si ricorre alla microscopia l‘evidenza del fenomeno è stata riportata come una scoperta quasi universale che interessa soggetti di età superiore ai 40 anni.
Inoltre sulla base dell’esame alla necroscopia si evidenziano i medesimi dati.
Non sussistono però ulteriori dati epidemiologici disponibili per quanto riguarda la degenerazione del menisco in assenza di osteoartrite.
Da quando sono stati evidenziati tali risultati nei test eseguiti, sono successivamente stati proposti test di carico che riportano valori di accuratezza diagnostica più elevati.
Questi test sono stati raccomandati per pazienti che sviluppano dolore alla rotazione tibiale ma senza sintomi meccanici.
Questa condizione potrebbe renderli adatti alla valutazione della patologia meniscale degenerativa.
Le lesioni meniscali prive di sintomi (dette: asintomatiche) e degenerative rappresentano un riscontro incidentale ben documentato grazie allo strumento della risonanza magnetica.
Vengono quindi confermate dalle scansioni in rapporto: 1 su 3 per ciò che riguarda le persone di mezza età.
I cambiamenti degenerativi al menisco
I menischi sono complessi fibrocartilaginosi semilunari, a sezione triangolare, che aiutano a condividere il carico del corpo attraverso l’articolazione tibiofemorale aumentando la capacità articolare.
Il menisco mediale trasferisce il 50% del carico mediale, mentre il menisco laterale trasmette il 70% dello stress laterale.
A supporto dei legamenti, i menischi conferiscono anche stabilità all’articolazione del ginocchio.
Ulteriori ruoli dei menischi includono assorbimento degli urti e nutrizione della cartilagine articolare.
Tramite i meccanorecettori anche il nutrimento nella zona periferica, detta propriocezione, si comprende l‘importante funzione svolta quindi da queste appendici articolari.
I menischi facilitano l’assorbimento degli urti portando il carico di compressione e trasferendolo sulla tibia dove viene attenuato attraverso le parti fibrocartilaginose.
Lesioni a queste parti, sono comuni nel corno posteriore del menisco laterale e causano un aumento significativo della pressione di contatto tibiofemorale.
La matrice extracellulare dei menischi è costituita da collagene di tipo I, con l’aggiunta di collagene di tipo II nella zona bianca.
La capacità del menisco di sopportare elevati livelli di carico di compressione è il risultato di alti livelli di glicosaminoglicani (GAG) nella matrice extracellulare.
La regione interna del menisco consiste di grandi fasci di collagene che assumono una disposizione regolare, mentre la zona esterna contiene fasci più piccoli con un orientamento più irregolare.
Le differenze nella microarchitettura tra gli individui possono spiegare la variazione nella risposta al danno.
In maniera funzionale, il menisco è diviso in una porzione vascolare esterna e in una parte centrale ed interna avascolare dove, a causa dell’incapacità di guarire, una lesione può essere devastante.
Vi sono prove di livelli più bassi di GAG nei terzi medio e interno.
Patologia al menisco: Definizione e Terapia
La letteratura offre poche informazioni su ciò che costituisce la definizione di degenerazione meniscale.
Studi del passato tendevano a concentrarsi sulle lacrime meniscali, nonostante le prove limitate che la lacrima sia o meno di per sé la causa dei sintomi.
Le definizioni di lesione meniscale degenerativa comprendono i cosiddetti segni clinici della lesione meniscale in assenza di qualsiasi storia di trauma.
Questa definizione, combinata con i segni della lesione meniscale è stata utilizzata con successo per confrontare gli effetti della malattia.
La terapia per le lesioni degenerative del menisco riguarda qualsiasi lacerazione che si verifica nella fibrocartilagine che diviene anormale ed è generalmente etichettata come degenerativa.
La definizione del concetto di degenerazione meniscale (o meniscopatia) è confusa vista la mancanza di una terminologia descrittiva universalmente accettata.
Termini come la degenerazione mucoidale, la degenerazione dei miossi, la degenerazione intra-sostanza e la degenerazione cistica sembrano essere impiegati in maniera intercambiabile.
Se si considera l’importanza del menisco, per i trattamenti ad esso per via medica si decide di solito di procedere con la sua rimozione.
Il trattamento chirurgico può quindi essere effettuato per suturare lesioni periferiche e viene effettuato in artroscopia.
Considerando che non si va a rimuovere il menisco, ciò che invece viene rimosso è il frammento instabile, per cui si tende a preservare il tessuto sano.
Fattori di rischio
I fattori di rischio per lo sviluppo della degenerazione meniscale non sono stati studiati a fondo, ma sembrano essere simili a quelli dell’osteoartrosi del ginocchio quindi:
- l’età avanzata
- il sesso maschile
- l’obesità
- la storia che riguarda la rottura del legamento crociato anteriore
- eventuali interventi chirurgici precedenti al ginocchio
- la storia familiare di sostituzione totale del ginocchio