Le emorroidi sono strutture vascolari del canale anale e del retto inferiore.
Si presentano come dei cuscinetti di tessuto fittamente vascolarizzato e con un alto contenuto di fibre elastiche e collagene; in condizioni di infiammazione possono essere percepite anche ad occhio nudo, mentre in condizione di normalità non vengono avvertite.
Le funzioni delle emorroidi sono molteplici: in primo luogo contribuiscono alla discriminazione del contenuto rettale e quindi al mantenimento della continenza e all’evacuazione.
Con il termine “emorroide” si intende sia la struttura venosa (assolutamente normale e presente in tutti gli organismi sani) sia la disfunzione che la colpisce, anche se in quest’ultimo caso sarebbe più corretto utilizzare il termine patologia (o malattia) emorroidaria.
Le emorroidi possono essere:
a. Interne: sono localizzate all’interno del canale anale. Non sono visibili ad occhio nudo e generalmente non sono doloranti, se non quando associate a ragadi. Il rischio patologico più comune che colpisce le emorroidi interne è il prolasso, situazione questa che accade quando le emorroidi escono dal canale anale. Il prolasso può accadere per una serie di cause, la più comune è la defecazione.
b. Esterne: sono situate più in basso rispetto a quelle interne, ai margini dell’orifizio anale, e per questo sono più visibili.
Il loro sviluppo vicino all’ano comporta una maggiore facilità di fuoriuscita: in tal caso si presentano come protuberanze dure e dolenti.
Sintomi delle emorroidi
La patologia emorroidaria (o emorroidi) si verifica in caso di infiammazione.
È una patologia molto comune che si stima possa colpire, nell’arco della vita, tre persone su quattro.
I sintomi più comuni sono:
- Gonfiore
- Dolore localizzato
- Bruciore
- Prurito
- Sanguinamento
Cause delle emorroidi
Poiché le emorroidi sono formate da tessuto vascolare spugnoso, formato da capillari, arterie e, soprattutto, vene, le patologie che le coinvolgono sono per lo più legate a situazioni di congestione del sangue che si accumula impropriamente in questi vasi, interessando così anche il tessuto circostante.
Le cause più comuni di malattia emorroidaria sono:
- Una dieta povera di fibre e non equilibrata, con scarso apporto di acqua.
- Gravidanza
- Stitichezza cronica
- Fumo
- Obesità
- Assunzione di alcuni farmaci
- Predisposizione familiare
I rimedi
La cura delle emorroidi dipende molto dalla gravità della malattia.
Nei casi di più lieve entità è normalmente sufficiente un cambio di stile di vita, soprattutto con l’introduzione di moto e di una dieta equilibrata.
Vi sono anche dei farmaci che possono aiutare ad alleviare i sintomi della patologia.
Nei casi più gravi e cronicizzati, invece, l’unica soluzione efficace è data dall’intervento chirurgico.
Intervento chirurgico
Il metodo tradizionale (emorroidectomia secondo Milligan & Morgan) prevede l’asportazione delle emorroidi: si effettua in anestesia locale o in anestesia spinale o loco-regionale (puntura lombare), anche se questa seconda opzione non è preferibile.
Un secondo metodo è l’emorroidopessi secondo Longo, che utilizza un particolare strumento chirurgico. Questo intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione o in anestesia spinale o loco-regionale (puntura lombare).
Pallina dopo intervento emorroidi
Sebbene la degenza in caso di intervento sia molto breve e la ripresa si stima avvenga in poco tempo, può succedere che a seguito dell’intervento chirurgico il paziente percepisca una pallina in loco.
Questa pallina è causata dal normale procedimento di cicatrizzazione delle ferite e dovrebbe risolversi autonomamente nel tempo.
È fondamentale nel decorso post-chirurgico che il paziente faccia il possibile per mantenere le feci morbide assumendo tante fibre, molta acqua e al bisogno anche appositi farmaci.
Qualora la pallina non si riduca o comunque crei problemi, è possibile che si sia formata una marisca all’ano: una plica cutanea formata da del tessuto cutaneo in eccesso, che si sviluppa sul bordo anale.
È sempre consigliabile consultare il medico per verificare lo stato post-operatorio.