Con il termine capezzolo si intende la sporgenza anatomica tipica di quasi tutti i mammiferi dove sboccano i dotti galattofori (i condotti destinati al passaggio del latte materno).
Nell’uomo e nella donna il capezzolo si presenta al centro dell’areola: essa è la una zona cutanea glabra e pigmentata che si localizza all’apice di ciascuna mammella; tuttavia, nella parlata comune il termine capezzolo ha preso a ricomprendere anche la zona dell’areola che lo circonda.
Sia il capezzolo sia l’areola sono presenti anche negli individui di sesso maschile, ma solo negli individui femminili l’apparato mammario diventa pienamente funzionale all’allattamento della prole.
La presenza anche nel genere maschile dei capezzoli e dell’areola è dovuta al fatto che nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione i vari organi si formano senza differenza tra maschio e femmina: il sesso viene determinato solo al terzo mese di gravidanza, a seguito di segnali ormonali specifici, quando i capezzoli sono già formati.
Forma e struttura del capezzolo e dell’areola
Non esiste uno standard in dimensioni e forma delle areole e dei capezzoli: sono questi dei dati estremamente variabili, anche se solitamente quelle femminili sono più grandi di quelle maschili.
Esiste, generalmente, una correlazione diretta tra la grandezza del capezzolo ed il diametro dell’areola.
La forma è tendenzialmente circolare, ma è da considerarsi assolutamente normale anche la forma ellittica o ovale.
L’areola è una zona cutanea particolarmente pigmentata e si presenta modificata a causa della presenza del tessuto ghiandolare sottostante: poiché il tessuto ghiandolare non è liscio anche l’areola riporterà in superficie delle piccole escrescenze.
La zona dell’areola è inoltre caratterizzata dalla presenza di fibre muscolari lisce il cui contrarsi è la causa del tipico corrugamento areolare in risposta agli stimoli così come al freddo e al tatto.
Il colore dell’areola è variabile tra toni rossastri e toni tendenti al marrone.
Ciò dipende dalla presenza di due pigmenti: eumelanina e feomelanina.
A seconda della loro concentrazione, l’areola si potrà presentare o più bruna (ciò accade quando si ha un’abbondanza di eumelanina), oppure con una tendenza al rosso o al rosa (quando si ha una maggiore presenza di feomelanina).
I puntini bianchi sui capezzoli
Oggetto di studio già dal 1719 le ghiandole di Montgomery (o ghiandole areolari) sono delle ghiandole sebacee, che si presentano con un numero molto variabile, atte alla lubrificazione durante l’allattamento.
I tubercoli di Montgomery sono invece quella parte delle ghiandole areolari che emerge sulla superficie cutanea.
Ciò avviene quando le ghiandole sono più pronunciate rispetto alla norma e sono un fenomeno tendenzialmente temporaneo e transitorio.
Si presentano come dei poco marcati rilievi cutanei oppure come dei piccoli brufoli bianchi.
Le cause dei puntini bianchi sui capezzoli
L’insorgere dei puntini bianchi sui capezzoli e sull’areola, non deve destare particolare spavento.
Si tratta di un fenomeno naturale derivante da caratteristici picchi ormonali tipici della vita della donna, particolarmente in tre momenti:
- Gravidanza: sia durante la gestazione che nel post parto. Sono spesso uno dei primi segnali di avvenuto concepimento
- Mestruazioni: sia poco prima che durante il ciclo mestruale i picchi ormonali possono influire sull’aspetto areolare.
- Pubertà: lo sviluppo puberale può stimolare le ghiandole areolari e portare all’insorgere dei puntini bianchi
Molto più raramente i puntini bianchi sui capezzoli possono essere causati da altre cause che influiscono sulla produzione ormonale come:
- Periodi di stress eccessivo;
- La stimolazione prolungata del capezzolo;
- Squilibri ormonali dovuti a circostanze diverse da gravidanza, pubertà e mestruazioni, dovuti ad esempio a patologie della tiroide;
- L’assunzione di certi farmaci.
- Un aumento o un calo drastico del peso corporeo;
- L’uso abituale di un reggiseno troppo stretto o di materiali non traspiranti;
- Il tumore al seno (caso estremamente raro);
I puntini bianchi sui capezzoli non comportano delle conseguenze cliniche rilevanti, se non a livello puramente estetico.
Si consiglia, qualora la loro presenza sia di particolare impatto, di evitare assolutamente il tentativo di scoppiarli (potrebbe causare un fenomeno infettivo).
Una sana alimentazione, un livello adeguato di alimentazione e un’igiene accurata del seno possono aiutare nel trattamento.
Anche l’utilizzo di biancheria anallergica e non stretta può essere indicato; si sconsiglia inoltre l’applicazione di creme o unguenti oleosi che potrebbero occludere i pori.