Senza dubbio è l’oggetto simbolo dell’infanzia di molti: il termometro al mercurio è stato il compagno di vita di molte generazioni.
Nonostante non sia più in commercio dal 2009, a seguito di una direttiva ministeriale che ne ha vietato il commercio e la produzione, il termometro a mercurio è ancora presente nelle case di molti italiani.
Il divieto è stato imposto in considerazione della tossicità del mercurio: da allora questo strumento è stato sostituito, nei banchi delle farmacie, dai termometri digitali o ad infrarossi.
Il termometro: definizione e storia
Il termometro è lo strumento atto a misurare la temperatura di un corpo o di un ambiente.
In ambito medico esso viene utilizzato per la misurazione della temperatura corporea ed è uno dei più comuni ed utilizzati dispositivi medici.
La storia di questo fondamentale strumento parte da molto lontano: il primo termometro, chiamato termoscopio, fu realizzato da Filone di Bisanzio (280 – 220 a.C.), che si basò per la sua invenzione sulla dilatazione termica dell’aria.
Galileo Galilei, nel 1607, si cimentò nella realizzazione di un termoscopio, ed in seguito ne venne costruito uno ad alcool da Daniel Gabriel Fahrenheit nel 1709.
Bisognerà attendere il 1725 per vedere la comparsa del termometro a mercurio.
Funzionamento del termometro a mercurio
Il termometro a mercurio è una delle tipologie della più ampia categoria dei termometri a liquido.
Questi termometri sono accumunati dal sistema che prevede lo sfruttamento del fenomeno fisico di dilatazione termica di un liquido al variare della temperatura. La misurazione della variazione di dilatazione viene commisurata su una scala termometrica. Si tratta dunque di strumenti tarati attraverso precise procedure di calibrazione.
Il termometro è composto da un tubo di vetro chiuso al cui interno viene apposta una quantità determinata di liquido: nel nostro caso, di mercurio.Questo tubo è a sua volta racchiuso in un bulbo, anch’esso di vetro, su cui è riportata la scala termometrica.
All’avvicinarsi dell’estremità il tubo (noto anche come capillare) si restringe progressivamente, impedendo al mercurio di ridiscendere al diminuire della temperatura. Per questo motivo è necessario scuotere con vigore il termometro prima di ogni utilizzo, in modo da riportare il mercurio alla base dello strumento.
Questo metallo è stato scelto per la sua capacità di dilatarsi in modo lineare all’aumentare della temperatura del sistema con cui viene a contatto.
La variazione di temperatura a cui viene sottoposto il termometro per tramite del contatto prolungato con un corpo si ripercuote sul volume del mercurio, che si dilata lungo il tubicino e dunque lungo la scala graduata, permettendo così di leggere la temperatura corporea.
Metodologie di utilizzo del termometro a mercurio e tempistiche di rilevazione
Una volta riportato il mercurio alla base del termometro attraverso dei movimenti veloci e secchi dello stesso, è possibile utilizzare lo strumento per una nuova misurazione.
Tale misurazione può avvenire in tre sedi:
- Ascellare: si colloca il bulbo terminale dello strumento nella cavità ascellare. È fondamentale in questa misurazione che il termometro sia a stretto e saldo contatto con la pelle asciutta per almeno 5 minuti.
- Sublinguale: è fondamentale pulire il termometro con acqua, sapone o alcool. Per una migliore misurazione orale è necessario non aver mangiato o bevuto qualcosa di freddo o caldo nei 30 minuti antecedenti alla misurazione. Collocare quindi il bulbo sotto la lingua e tenere le labbra strette, respirando dal naso, per almeno 3 minuti.
- Rettale: La misurazione della temperatura rettale viene raccomandata in bambini sotto i 3 anni di età o negli anziani, in quanto fornisce una lettura accurata della temperatura interna. Si consiglia di lubrificare la punta del termometro e di inserirla nel retto per circa 5 cm nell’adulto. La misurazione deve durare almeno 3 minuti