La risonanza magnetica (RM) è una tecnica di analisi per immagini ed si è sviluppata a partire dagli anni ’80.
Inizialmente questa tecnica era utilizzata da biochimici, in seguito però si è sviluppata anche in campo diagnostico, più precisamente nel settore neurologico.
Questa tecnica ha la funzione di analizzare le patologie dell’encefalo (cervello, tronco encefalico e cerveletto) e del midollo spinale.
Tuttavia, col passare degli anni, si è sviluppata a livello di tutte le sedi anatomiche e in base alle varie patologie esistenti.
Grazie a questa tecnica si possono ricevere immagini in tre dimensioni diverse e anche ad una risoluzione altissima.
Grazie allo sviluppo della tecnologia, anche in campo medico si è permesso di rinnovare le macchine utilizzate per la risonanza magnetica, che negli ultimi anni consentono l’allargamento del campo di applicazione della metodica diagnostica.
Inoltre l’utilizzo della risonanza magnetica per patologie riguardanti il settore cardiologico e gastroenterologo, ad esempio, è reso possibile solo da queste macchina sviluppatosi più recentemente e che sono divenfate ad alto campo magnetico.
Esse permettono perfino di eseguire analisi completi in tempi veramente molto brevi, con sequenze di immagine ottenibili con tecnica del respiro sospeso, così da evitare il problema riguardante i movimenti involontari.
Come funziona la risonanza magnetica
Per capire meglio come funziona una risonanza magnetica, possiamo dire che essa sfrutta le potenzialità di una grande magnete che attivandolo genera una serie di campi magnetici grazie alla quale modifica l’orientamento degli atomi di idrogeno che si trovano nelle singole cellule della zona anatomica di interesse.
Quando questa modifica avviene, si disattiva il succitato magnete, così da eseguire un ripristino, da parte degli atomi di idrogeno dell’area sotto osservazione, alla loro posizione originale.
Si possono fare due risonanze magnetiche ravvicinate
Arrivati a questo punto, però, la domanda veramente importante che possiamo farci è: si possono eseguire due risonanze magnetiche ravvicinate oppure queste fanno male alla salute?
La risposta diretta a questa domanda è SI.
È possibile eseguire due risonanze magnetiche ravvicinate, in quanto esse sono completamente innocue.
È vero che da una parte è scorretto richiedere esami diagnostici inutili, ma d’altra parte si può essere sereni perché non imputano danni biologici permanenti.
Inoltre c’è anche da considerare il fatto che, se eseguire esami del genere è indispensabile per ottenere una diagnostica completa del nostro corpo, allora bisogna eseguirla.
Inoltre un’altra cosa da considerare è il fatto che, per smaltire completamente una risonanza magnetica, ci vogliono tempi relativamente brevi.
Infatti una persona che ha una funzione renale ottimale è in grado di smaltire completamente questa risonanza magnetica nel giro di 24 ore circa, questo perché lo smaltimento avviene per mezzo delle urine.
Infine possiamo dire che i risultati di una risonanza magnetica saranno a disposizione del paziente solamente dopo che il medico radiologo avrà analizzato con cura tutte le immagini recepite dalla macchina.
Solitamente l’attesa per ricevere i risultati di una risonanza magnetica è di 3-4 giorni.
Successivamente, dopo che il paziente avrà ricevuto i risultati, sarà sua responsabilità portarli dal medico di famiglia, affinché gli dia una guida per le decisioni da prendere.